A Cassino viveva una famiglia così povera da non avere nemmeno i soldi per acquistare lo zoom della macchina fotografica. L’unica cosa che l’uomo e la donna avevano era una figlia, di nome March. Un giorno decisero di non avere più nemmeno lei, e la lasciarono in affidamento a una suora del monastero del paese.
Passano gli anni e passano anche due turisti del Québec, appassionati di monasteri. I due hanno tutto, hanno anche più di uno zoom, ma non hanno un figlio né una figlia. Dopo quel viaggio, l’avranno. La suora del monastero affida March alla coppia.
Quando si diventa grandi si ha sempre voglia di riscoprire il passato e March, nel lontano Québec, pensa al lontano monastero di Cassino. Dei veri genitori le sono rimaste tantissime foto, ma tutte sfocate.
Comincia così il suo viaggio alla ricerca dei genitori. Per cercare di riconoscerli si procura una macchina fotografica senza un buono zoom e fotografa tutti. Fotografa i passanti, i controllori dei treni, i piloti degli aerei e il guidatore della corriera che la riporta proprio al monastero di Cassino. Lì rivede la suora, suor Nives, ormai in fin di vita. È così in fin di vita che le mancano poche parole. Sul letto stringe la mano di March e le sussurra: “Apri quel cassetto, troverai qualcosa”. March apre il cassetto, ma non trova nulla. “Suor Nives”, dice, “Ma non c’è nulla, non può morire così, mi parli ancora!”. Suor Nives torna in vita per dire ancora un’ultima parola: “Quel ciondolo, quel ciondolo a forma di cuore, apri il cuore e troverai…”. Poi, non riesce a finire la frase. Ma quale ciondolo, si chiede March. Poi, vede nella mano della suora un ciondolo a forma di cuore. Lo apre e dentro scopre una foto, finalmente non sfocata. Era giorno di festa e degli amici ricchi dei genitori avevano scattato la foto alla famiglia…
Continua anche tu la storia come hanno fatto i ragazzi della 2B della scuola Pertini Verga di Milano!
Un grazie di cuore a Valerio Millefoglie!