La mafia si combatte con la cultura


“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Peppino Impastato

Sono trascorsi quasi quarant’anni dalla morte di Peppino Impastato. Lo ricordiamo con le sue parole e con quelle di sua madre, Felicia Impastato, perché “la mafia non si combatte con la pistola ma con la cultura”.

E fare cultura significa accendere luci su ciò che non conosciamo, lasciare aperte le porte di luoghi da esplorare, spalancare finestre per lasciare entrare aria nuova.

 Felicia_impastato

Nella foto, Felicia Impastato.

 

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