La polvere del viaggiatore. Una poesia di Mohja Kahf


Quando arrivano nel nuovo paese,
i viaggiatori la portano sulle spalle,
la polvere del cielo che si sono lasciati dietro.
La donna sull’autobus col maglione soffice,
riesce a sentirne l’odore nei suoi abiti.
Era polvere del viaggiatore della Cina.
Si era depositata nella cucitura straniera della tasca.
Diceva: Ci incontreremo di nuovo a Beijing,
a Guangzhou. Ci incontreremo di nuovo.
Mia madre aveva polvere del viaggiatore nelle sua scarpe.
La immagino fresca studentessa come questa donna sull’autobus,
arrivare a casa, togliere gli abiti dalla valigia scuotendoli,
apprendere, uno ad uno, gli indumenti del vecchio paese.
Il giorno di bucato mia madre srotolava le sue sciarpe.
Lei ne teneva un capo, mio fratello o io l’altro,
e tiravamo la georgette bagnata e la scrollavamo.
Ci precipitavamo, mio fratello o io, sotto il telo,
il suo leggero spruzzo sui nostri volti come la cenere
dei detriti dopo la distruzione di una città,
i suoi abitanti costretti a disperdersi nel mondo.
Non abbiamo mai saputo
che era polvere del viaggiatore. Diceva:
Ci incontreremo di nuovo a Damasco,
ad Aleppo. Ci incontreremo di nuovo.

C’era la Siria nelle sue sciarpe.
Non l’abbiamo mai saputo.
Ora è anche sulle nostre spalle.

imm_valigia

Dall’antologia La polvere del viaggiatore (1999).
La poesia è tratta da qui.

L’immagine è tratta da qui.

 

La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, primo in Italia a ispirarsi al modello 826 Valencia, scuola di scrittura no-profit creata dallo scrittore Dave Eggers e dall’educatrice Ninive Calegari. Dal 2009 a oggi più di 5000 bambini hanno partecipato gratuitamente ai nostri laboratori. Sostienici, qui.

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