L’Ex Fornace, dove abbiamo sede al primo piano, è un posto speciale: al piano terra passano spesso mostre che ci piace visitare insieme alle classi che vengono al laboratorio per scoprire quali storie ci raccontano i quadri.
A maggio, insieme al Presidente del Municipio 6 Santo Minniti e al Presidente della Commissione Scuole e Cultura del Municipio 6 Francesco Demuro, ci siamo lasciati ispirare dalla splendida mostra dell’Associazione Italiana Acquerellisti “Milano e le sue acque“.
Queste sono le storie che abbiamo raccolto, dei racconti di Milano come non ne avete mai letti.
Era una mattina importante per me e tutto era cominciato male. Dovevo incontrare la signora Myli che mi avrebbe fatto incassare bene, è da molto che non trova la persona giusta per farmi guadagnare e ora forse la ho trovata, voleva un’assicurazione per la sua quarta casa e alle 11 dovevo essere da lei. Ho deciso di andare a piedi dato che saranno per lo più 10 minuti di strada, ma la sveglia non suona meno male ne avevo messa una dopo 10 minuti. Mi preparo abbondando con il profumo, quello che costa tanto per fare un figurone.
Esco ma mi viene la voglia di rientrare, oggi c’era la gara di canottaggio sul naviglio e c’era mezza città ad ammirare. Continuo la camminata incastrandomi tra la gente continuando ad urlare “Permesso!” arrivo davanti al bar e non riesco a non fermarmi per prendere una brioche…
Esco dal bar con il mio bel sacchettino ma vedo una coppietta di anziani che giocano a carte davanti al bar urlarmi dietro “Veh, giovanotto, vieni qua che profumo…” Urlo di sfuggita “Grazie ma devo scappare” girando la testa per dirglielo vado contro un gigante che peserà sui 100 chili urlarmi “Ma stai attento o vedi” scrocchiandosi le dita come quando è pronto per menare. Scena tipica dei film.
Poi finalmente arrivo davanti a casa della signora accendo il telefono e vedo “21 maggio ore 11” mi tiro un colpetto sulla fronte e torno a casa.
Il giorno era sbagliato dovevo andarci domani.
Lucia, 10 anni
Una mattina d’estate due ragazzini si persero attraverso il bosco e incontrarono un piccione magico che gli parlò e gli disse “Venite, venite” parlando con una voce acuta. I bambini spaventati si abbracciarono e dissero “Chi sei?”, il piccione non rispose e se ne andò.
La seconda volta arrivò una farfalla che disse “Venite, venite”, i ragazzi spaventati dissero “Chi sei?” la farfalla non rispose e volò via.
La terza volta videro una bella gattina che disse “Venite, venite”. Loro non erano più spaventati quindi andarono e videro un ruscello d’acqua con degli alberi pieni di colori. Il gatto se ne andò e arrivò una fata che disse “Ciao ragazzi non avete ascoltato il piccione, non avete ascoltato la farfalla, ma avete ascoltato il gatto. Perché?”
Uno dei ragazzi rispose “Ma come fai a saperlo?”
La fata rispose “Io sono il gatto”. I due si scioccarono. La fata disse “Venite” dove c’era una festa dedicata alla regine (era la madre della fata) e i bambini dissero “Perché ci hai portati qui?”
E la fata rispose “Perché voi due siete i miei fratelli. I ragazzi si scioccarono e dissero “Ma come è possibile?” e la ragazza disse “Tutto è possibile”.
E vissero per sempre felici e contenti.
Luca, 11 anni
Mentre ero lì che aspettavo la mia amica sentivo il rumore dell’acqua, domenica, in una giornata d’inverno. Quel giorno non c’erano molte persone, solo dopo un po’ di tempo ho visto passare dall’altra parte dei genitori con il loro figlio che aveva in mano la sua palla, e stava andando a giocare con i suoi amici, i genitori erano vestiti bene: gli uccellini volavano a gruppetti insieme, sembravano contenti del fatto che ci fosse il sole.
Le foglie facevano rumore quando le persone passando le calpestavano. Provai ad andare a prendere una foglia e ad annusarla: aveva un odore strano sembrava odore di muffa, avevano un colore tra il marrone e l’arancione, alcune erano di un colore altre di un altro, alcuni alberi erano rimasti con poche foglie altri invece ne avevano, mentre alcuni erano rimasti senza neanche una foglia.
Le nuvole erano bianche, io mi andai a sedere su una panchina e le osservai cercando di trovare delle immagini. Poi sentì qualcuno che mi chiamò, era arrivata la mia amica. Io le raccontai di tutto quello che avevo visto delle nuvole che ho visto, poi mi alzai e noi due si spostammo molto più lontano.
Julia, 11 anni
In una mattinata calda d’estate i navigli erano particolarmente affollati. Un gruppo di signori erano seduti a fare colazione ad un tavolino del bar e nel frattempo giocavano a carte. Ad un tratto passò di lì una signora con un odore buonissimo, pareva appena tornata da un appuntamento, i giocatori si voltarono a guardare la donna, ma uno spiò le carte di uno dei partecipanti che non se ne accorse perché era troppo attratto dal forte profumo che gli ricordava molto la sua ex moglie. Si voltarono e ripresero a giocare.
Come ogni giovedì mattina alle 9.30 avevano inizio le lezioni di canottaggio e perciò sui navigli si potevano ammirare dei ragazzi con l’insegnante remare. Si sentiva il rumore dell’acqua, il fruscio del vento e le voci della gente che passava dall’altra parte della città si trovava una palude che al contrario della città incuteva tranquillità, non si sentiva un vocio, tutto era in totale calma. L’unico rumore che si udiva era quello dell’acqua e delle foglie. Si udiva inoltre il cinguettio degli uccelli in lontananza si sentiva la presenza di una cascata. C’era un odore di purezza, freschezza e l’odore dell’acqua pareva benedetta.
Maria, 10 anni
Il comune di Milano, un giorno, decise di chiamare i migliori pittori della città. Tra questi c’era un ragazzo molto bravo e giovane. Aveva appena compiuto diciotto anni. Il suo compito era quello di rappresentare l’acqua a Milano. Lui non sapeva cosa rappresentare.
Data la sua esperienza decise di dipingere un tratto di naviglio con alle spalle dei locali pieni di turisti. Era a metà dell’opera quando osservando meglio notò un ragazzino che lo fissava. Era un ragazzino triste che beveva da una fontana, per un attimo si fissarono ma il ragazzino scappò. A quel punto capì cosa doveva riportare, stracciò il foglio e disegnò il volto di quel bambino che si abbeverava . Portò il quadro alla sede principale del Comune e scelsero proprio il suo.
Lui festeggiò e da quel momento iniziò la sua carriera da acquarellista.
Giacomo, 10 anni
Era da tanto tempo che la città di Milano era inquinata, tanto che un giorno lo smog arrivò fino alle campagne e ai fiumi, tutti se ne andarono. L’acqua e il cielo iniziarono a diventare di colore grigio le colline verde spento, tutto si era inscurito. Un giorno in cielo iniziarono a vedersi nuvole nere, cariche di pioggia. Così si scatenò un temporale con un grande vortice che portò via gli uccelli ormai neri, le fabbriche e anche il grigio che aveva fatto spegnere la compagna. In un certo senso la campagna si riempì di purezza e di odori provenienti da fiori puliti e colorati, in più gli abitanti iniziarono a tornare. Il vortice aveva ripulito le campagne, i fiumi e il cielo ma non le città quindi c’era il rischio di un altro inquinamento delle campagne.
C’era il rischio di nuovo del grigio intenso.
Si spera che non succeda di nuovo.
Marta, 11 anni
La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, primo in Italia a ispirarsi al modello 826 Valencia, scuola di scrittura no-profit creata dallo scrittore Dave Eggers e dall’educatrice Ninive Calegari. Dal 2009 a oggi più di 7000 bambini hanno partecipato gratuitamente ai nostri laboratori. Sostienici anche tu: con il tuo 5×1000 possiamo scrivere nuove parole per tutti, nessuno escluso!