Lo scrittore si racconta: Giovanna Zoboli


Durante l’intervista dei ragazzi della scuola elementare Daminelli di Bargano (Lodi) alla scrittrice ed editrice Giovanna Zoboli si è parlato di dove si trovano le storie, di come la fantasia tragga spunto dal reale e… abbiamo imparato a scrivere lettere ai sassi.

 

Come fai a inventare le storie?
Mi guardo intorno.

Ma cosa mangi?
A questo rispondiamo dopo. Non è che le storie si scrivono da sole, bisogna scovare qualcosa di interessante. Per esempio ieri ho attraversato la città in bicicletta e ho incontrato un cantante famoso, Vecchioni, e un personaggio della tv, Tata Lucia. E la sera pensavo: ma chissà perché li ho incontrati? Avranno qualcosa in comune? Che strano! Imbronciati e soli in giro per Milano. Questa è già una storia!
E ora rispondo alla seconda domanda: la mattina mangio yogurt, tisana e biscotti secchi.

Ma alcune volte usi la testa per inventare una storia?
E sì, anche se a volte vorrei usare le gambe.

Prima di scrivere libri mangi qualcosa?
A me succede così: sto lì a pensare e appena mi viene un’idea mi devo alzare per fare un’altra cosa. Mi alzo e mi distraggo, e poi torno e ci ripenso. Scrivere è una cosa strana, io devo fare molte pause fra il pensare e lo scrivere.

Quanti libri hai scritto?
Tanti.

A che ora vai a letto?
A mezzanotte, non tardissimo.

Se ti viene in mente qualcosa prima di dormire, la scrivi subito o lo fai il giorno dopo?
Io non prendo appunti. Calvino dice che quando scrivi un ricordo il ricordo non è più tuo, prende la forma della cosa scritta. Allora bisogna stare attenti a scrivere, bisogna scrivere al momento giusto.

Ma tu sei famosa?dav
Hum. Diciamo media. Non come Gerry Scotti.

Come Dante?
Non come Dante. Ma lo sapete chi è Dante? È il fondatore della lingua italiana, non ha scritto solo libri, ha inventato una lingua!

Ti hanno mai intervistata?
Molte volte.

A che ora lavi i denti?
Tre volte al giorno con tre dentifrici diversi.

Ma devi per forza andare in giro per inventare una storia?
Non sempre, a volte è sufficiente andare a comprare il pane per avere una storia. Bisogna stare attenti. L’altro giorno il panettiere mi ha dato il resto sbagliato e me ne sono accorta solo fuori dal negozio. Ho pensato lo avesse fatto apposta. Ma non sapevo come dimostrarlo e ci sono rimasta male. L’altro giorno sono tornata nella stessa panetteria, e ho visto che era stato appeso un cartello che diceva: “se vi diamo il resto sbagliato, ditelo subito”. Allora mi sono chiesta: chissà perché è stato messo quel cartello. Forse quel panettiere sbaglia così spesso a dare il resto, che molte persone protestano. Anche questa è una storia, no?

Ti hanno mai chiesto un autografo?
Sì, è capitato.

Alcune volte fai anche delle storie fantastiche?
Si, però anche quelle sono prese dalla realtà. E anche per quelle bisogna ispirarsi a cose reali. Pensate al grifone, con le zampe di leone e la testa d’aquila: è fatto da parti di animali reali. Tutto quello che inventiamo è preso dalla realtà.

Però il grifone non esiste.
No, ma esistono gli animali da cui vengono le parti di cui è fatto. Il grifone è immortale.

Parli altre lingue?
Francese e inglese, ma non benissimo…

Sei stata in tante parti del mondo?
Abbastanza. Tra poco andrò in Svezia con una illustratrice.

Quando ridi diventi tanto rossa?
Sì, fin da piccola mi emoziona parlare in pubblico. Una volta ero così timida che quando entravo nei negozi e dovevo dire “un etto di prosciutto” mi spaventavo. Ora mi diverto, sono un po’ migliorata.

Ma tu eri famosa già da piccola?
A casa mia sì, ma non come oggi, oggi mi conoscono anche fuori dalla mia famiglia.

Ma scrivevi libri anche da piccola?
Sì, ho iniziato a scrivere libri a 8 anni.

A questo punto l’intervista si interrompe: Giovanna mostra ai bambini una raccolta di poesie di Wislawa Szymborska leggendo Conversazione con una pietra, poi prende Da lontano era un’isola di Bruno Munari e infine Sulla spiaggia ci sono molti sassi di Leo Lionni (trovate un articolo di Giovanna che ne parla qui).

“Ma se provassimo a scrivere una lettera a un sasso?”, chiede ai bambini.

Le risposte sono state bellissime, curiose e decisamente divertenti. Per leggere alcune lettere a un sasso, qui.

 

La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, primo in Italia a ispirarsi al modello 826 Valencia, scuola di scrittura no-profit creata dallo scrittore Dave Eggers e dall’educatrice Ninive Calegari. Dal 2009 a oggi più di 5000 bambini hanno partecipato gratuitamente ai nostri laboratori. Sostienici, donando il tuo 5×1000.

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