Pubblichiamo il racconto di Jennifer, una delle bellissime storie scritte dai ragazzi della classe 2°E della scuola media Galvani di Milano, ispirata ai dipinti di Edward Hopper.
Era un giovedì come tanti, a Hendletown, il clima era mite, il cielo sereno si preannunciava una bella giornata per Lindy, finché i genitori non la chiamarono, per annunciarle una notizia che le avrebbe rovinato la giornata: «Cara, hai ormai raggiunto la maggiore età e io e tua madre crediamo che dovrsti cercare un piano B, insomma se la strada che hai scelto non dovesse funzionare, con la crisi che c’è è giusto saper fare anche qualcos’altro. Bisogna sapersi arrangiare» disse il padre. All’inizio Lindy era molto contrariata: «quindi abbiamo pensato di iscriverti ad un campo di sperimentazione, ti fanno provare varie professioni, così che tu possa trovare il piano B che più ti piace»
Lindy era sempre più arrabbiata, sperava di passare l’estate con gli amici andando in spiaggia, facendo shopping e frequentando lo stage di medicina pediatrica che aveva sognato di fare prima dell’università, ma il padre andò avanti spedito con il suo discorso: «Lindy cara, ti abbiamo già iscritto, non si può tornare indietro, vedrai una volta lì ti piacerà» concluse finalmente il padre. Lindy era ormai furiosa, come avevano potuto iscriverla a un campo del genere senza neanche consultarla? Si chiedeva. Adesso si sentiva incompresa da tutto e da tutti.
Arrivò il giorno della partenza e Lindy sembrava aver finalmente compreso le ragioni dei genitori (era davvero matura), così si diresse verso la stazione e salì sul pullman.
Il viaggio da lì all’Alabama durava molto, 7 giorni per l’esattezza. Era il terzo giorno di viaggio, erano le tre di notte e Lindy si era svegliata per colpa di una brusca fermata (il conducente non era dei migliori). Così decise di fare una sosta, scese senza portarsi nulla tranne un cappotto e un cappello giallo con i quali avrebbe nascosto le conseguenze di tre giorni senza cure: senza pettinarsi, senza truccarsi, senza potersi lavare. Arrivata in caffetteria frugò in tasca, aveva i soldi soltanto per una pasta frolla ed un caffè. Erano tre giorni che non mangiava, si era rifiutata di scendere in altri autogrill perché aveva paura che qualcuno potesse riconoscerla ma adesso che era notte…Mentre lei era in caffetteria una ragazza del tutto identica a lei si era infiltrata al suo posto sul pullman, prendendo così la sua identità, il suo passaporto, i suoi soldi. Il conducente una volta vista salire Lindsey (sosia di Lindy) credendo fosse Lindy, chiuse i portelloni e ripartì. Lindy cercò di raggiungere il pullman ma fu tutto inutile e con l’animo a terra tornò in caffetteria, disperata e senza un soldo in tasca. Poco dopo dei poliziotti fecero irruzione nel locale scambiando Lindy per Lindsey. La arrestarono per aver compiuto varie infrazioni. In carcere Lindy conobbe Olivia, una donna ormai anziana che stava per morire. Lei le disse che non doveva fare il suo stesso sbaglio. Se era davvero innocente doveva trovare il modo per evadere, queste furono le sue ultime parole. Poche ore dopo delle infermiere chiusero Olivia in una specie di sacco, uno di quelli che si usano per contenere i vestiti eleganti. Allora Lindy si ricordò di un libro che aveva letto da poco, “Il conte di Montecristo” così decise di fare come Edmond Dantés, si infilò nel sacco al posto di Olivia e una volta che lo buttarono in mare si liberò. Era riuscita ad evadere. Sarebbe riuscita quindi a riprendersi la sua vita?