CI VUOLE UN ASINO
I bambini della Classe 5° A – Scuola Primaria “Padre Reginaldo Giuliani” Madignano, Cremona
Nella Pianura Padana, in una grande fattoria viveva un asino di nome Martino che trascorreva le sue giornate bighellonando con i suoi due fratelli per le tante cascine: adoravano andare tutti insieme a salutare da lontano le asine, schiacciando loro l’occhiolino.
Una volta, in quella grande pianura c’era il lago Gerundo, abitato da un drago chiamato Tarantasio: quante avventure avevano sentito raccontare su di lui i tre fratelli dal nonno. A Martino sarebbe piaciuto essere un eroe, ma non era così coraggioso: lui era timido, non sapeva come si potesse sconfiggere un drago. Per di più i tre asini avevano un grosso problema: sapevano volare.
Volare? Ma saperlo fare può essere un difetto? Eh no, cari bambini, spiccare il volo per un asino non è certo una qualità: sei li che stai ragliando con un’asina interessante e proprio sul più bello, ti parte un “EEEEccciiiùùùù!!!”! Starnutisci, le orecchie iniziano a roteare all’impazzata e tutta la poesia se ne va.
E’ per questo che Martino e i suoi fratelli salutavano le asine solo da lontano e per questo erano pure molto derisi. La maggior parte delle femmine diceva: “Asini volanti? E a chi siete utili?!”
Un giorno, alla cascina di Martino arrivò il postino. Come mai sfrecciava così veloce con quel suo sgangherato motorino? Consegnava forse della posta importante? La busta che portava con sé iniziò a svolazzare e nel volo si aprì rivelandone il messaggio: “Emergenza virus sul pianeta Terra! Cercasi antidoto super potente composto da tre ingredienti unici al mondo”.
Era una richiesta d’aiuto. Martino e i suoi fratelli, finalmente, avrebbero potuto dimostrare di essere degli eroi: avrebbero trovato loro gli ingredienti dell’antidoto e dimostrato a tutti di che pasta erano fatti.
Iniziarono tutti insieme a starnutire, le orecchie-pale si azionarono e presero il volo. Dove avrebbero potuto andare alla ricerca del primo eccezionale ingrediente, se non in America? Là abitava Donkey John, il vecchio prozio, che aveva di sicuro una cosa unica al mondo: un fetore di zampe cosi puzzolente ma cosi puzzolente che il disgraziato era costretto a vivere in una discarica insieme ad altri super puzzoni come lui.
Dopo un lungo viaggio, i tre fratelli giunsero da John e ne imbottigliarono la terribile puzza di zampe in una boccetta: per fortuna le resistenti mascherine che indossavano avevano evitato loro uno svenimento assicurato!
Dall’America i tre asini volarono in Cina: qui, il lontano cugino Pigu-Lì, dal torace possente come il più muscoloso dei culturisti, avrebbe dato loro preziosissime gocce di puro sudore, frutto unico di un insolito allenamento. Privo di attrezzature da palestra infatti, il povero atleta era costretto a percorrere faticose ed estenuanti salite e discese del monte Everest.
Raccolto il prezioso elisir in una spugnetta super assorbente, i tre furono pronti per la terza tappa, la più ardua tra tutte. Una leggenda, infatti, riportava l’esistenza di un misterioso asino, esiliato al Polo Nord a causa del suo orrendo e terribile raglio. Chiunque ne avesse udito lo sconvolgente verso, ne sarebbe rimasto assordato; inoltre, al solo avvicinarsi, sarebbe stato travolto da una gigantesca onda d’urto che l’avrebbe scaraventato nelle profondità marine.
I nostri temerari amici, decisero che sarebbero andati al Polo. Mai più utili furono laggiù le loro orecchie rotanti, che gli permisero d’oltrepassare le minacciose barriere invisibili del terrificante suono e di registrarne l’inquietante grido. Soddisfatti per quanto coraggio avevano dimostrato, si prepararono per far ritorno in Italia con i tre ingredienti unici, non prima d’aver festeggiato brindando con una gelida granita polare.
Il medico dell’ospedale più grande della Pianura Padana non si aspettava di certo che l’antidoto per il malefico virus mondiale, che aveva terrorizzato fino a quel momento il pianeta, gli venisse consegnato da tre asini.
Dopo la grande sorpresa iniziale e trascorsi giorni e giorni per testare l’efficacia dello strabiliante farmaco, su tutti i giornali del mondo, su ogni notiziario in tv e in ogni pagina internet apparve l’incredibile notizia: “Tre derisi asini volanti italiani sconfiggono il virus mondiale!”
Martino e i suoi fratelli diventarono grandi eroi; intervistati da centinaia di giornalisti non poterono non raccontare di quanto la loro impresa sarebbe stata vana senza i preziosi ingredienti ottenuti dai tre asini sfortunati abitanti in quelle terre lontane. Da quella notizia-rivelazione partì una gara di solidarietà tra tutti i cittadini del mondo che, guariti dal virus, erano ora desiderosi di ricompensare i poveri asini di America, Cina e Polo Nord con ciò che più poteva renderli felici. Così accadde e tutto per i sei ciuchini finì al meglio.
Commento dell’editore
Una storia simpaticissima che vi farà viaggiare da un angolo all’altro del nostro Pianeta.
A fare cosa? Ad assistere al progetto dell’asino Martino e dei suoi fratelli, naturalmente: quello di
diventare finalmente dei grandi e riconosciuti eroi!
Sì ma ingaggiati in quale impresa? Per scoprirlo non avete che da cominciare la storia, che si apre nel
cuore della Pianura Padana tra bighellonaggi, derisioni e corteggiamenti infelici.
Una piacevolissima lettura che scivola come l’olio e in cui ogni ingrediente ha un perfetto dosaggio ;)!