Capire la realtà, elaborarla, immaginare altri futuri possibili: le storie servono anche a questo. E a creare uno spazio per esercitare il diritto all’espressione significa abbattere muri, rompere silenzi, poter condividere.
Nelle scorse settimane è venuta ai laboratori de La Grande Fabbrica delle Parole una seconda media. Nella storia creata al laboratorio si sono toccati temi come il terrorismo e i fatti di Parigi. Gli insegnanti ci hanno raccontato che in classe i ragazzi non ne avevano voluto parlare.
Ecco l’incipit che hanno scritto insieme…
“Si era arruolato per amore del suo Paese. Jason Call era un diciottenne coraggioso e, solo apparentemente, un ragazzo duro. Ma non era senza cuore ed era stanco di tutte le guerre che ormai avevano quasi completamente distrutto il mondo e che, in fondo, non gli appartenevano. Dopo anni di ‘sporco lavoro’ vissuti da eroe lontano da casa aveva voglia di tornare indietro e di tutto ciò che questo voleva dire. Aveva voglia di famiglia e di amici Una famiglia e degli amici in pericolo. Perché non c’era pace neanche là. Il terrorismo era una minaccia presente ovunque e quella che lui chiamava casa era in pericolo come tutti. C’era bisogno di lui. Dopo aver salvato popolazioni di sconosciuti era ora di pensare a chi, invece, conosceva bene”.
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