A La Grande Fabbrica delle Parole i bambini dai 6 anni in su scoprono che i libri sono spazi bellissimi da abitare, accoglienti per i loro pensieri e per le loro emozioni, e che leggendoli si semina futuro. Prendono in mano le storie e le fanno proprie, scoprono che dietro a ogni libro c’è uno scrittore in carne ed ossa, con cui si può parlare degli ingredienti segreti che fanno buone le storie. Ma quando nasce l’amore per i libri?
Abbiamo deciso di indagare il territorio delle letture da zero a tre anni. Ogni mercoledì ve lo racconterà una persona che l’ha esplorato per davvero. A ogni articolo seguiranno due consigli pratici e dei suggerimenti di lettura. L’articolo di oggi è di Cinzia Chiesa.
L’anno scorso è stato pubblicato il mio libro, 0-1 Tutto inizia, un racconto illustrato da AntonGionata Ferrari, che permette di ritrovare alcuni frammenti della propria esperienza e qualche chiave di lettura per dare significato a quanto accade durante il primo anno di vita del bambino.
Penso a questo libro come ad un dialogo, più voci che intrecciandosi ne hanno permesso la nascita: il primo dialogo è stato con mio figlio che in quel periodo aveva quattro mesi. Nella fascia, dormiva e sognava mentre io cercavo una forma per raccontare quello straordinario periodo della vita che insieme stavamo attraversando: i primi mesi. Le parole di questo libro sono nate all’interno di questo dialogo, la mia voce e la sua, sguardi, emozioni, sensazioni e pensieri.
Il primo anno di vita del bambino è un periodo ricco di interrogativi, sul proprio essere genitore così come sul figlio che è appena nato. Sono interrogativi che non hanno facili risposte nonostante l’illusoria pretesa di alcuni manuali per neogenitori di offrire certezze su come sia “giusto” vivere questa stagione della vita.
Ho pensato che un libro illustrato potesse essere un buon modo per dialogare con chi sta per diventare genitore e si chiede come sarà avere un figlio; con chi genitore è già e nel vivere l’esperienza di quotidiano rapporto con un piccolo, desidera un luogo per condividere i propri pensieri e le proprie emozioni; con chi è disponibile ad immergersi nelle sensazioni e nelle atmosfere che accompagnano gli inizi, il primo anno di vita del bambino e della sua famiglia. Un libro che si rivolge anche ai bambini e racconta loro le proprie origini.
Un libro illustrato dunque, è stato nella mia esperienza quell’oggetto relazionale capace di dare una forma ad alcune emozioni rendendole condivisibili, una narrazione che mi ha permesso una connessione profonda con il piccolo lettore a cui queste parole sono dedicate: mio figlio.
La scrittrice americana Jane Yolen (1989) ricorre ad un ideogramma giapponese per descrivere la connessione tra la nascita di una storia e l’incontro: saku taku no-ki, così suona la trascrizione grafica dell’ideogramma. Saku indica il suono che il becco della gallina fa picchiettando il guscio dall’esterno. Taku esprime il suono che un pulcino fa toccando il guscio dall’interno. No-ki indica il momento in cui i due picchiettii si allineano tra loro. Saku taku no-ki identifica l’attimo in cui la gallina e il pulcino picchiettando col becco all’esterno e all’interno dell’uovo toccano lo stesso punto e frantumano il guscio. Così inizia la vita, così nascono le storie: nell’incontro tra un grande e un piccolo, nella reciprocità dell’ascolto dei rispettivi suoni.
Credo che questo modo di guardare alle storie, ci debba guidare nella scelta dei libri che decidiamo di proporre ai nostri bambini: leggere un libro illustrato ad un piccolo è “conversare” con lui, significa condividere una stessa atmosfera emotiva, significa immergersi in un “luogo dell’incontro” e vivere un’esperienza relazionale che coinvolge il pensiero, il corpo e le emozioni.
Così scelgo i libri da proporre al mio piccolo lettore che ora ha due anni: mi chiedo in quale atmosfera emotiva desidero immergermi insieme a lui facendogli da guida.
Consigli pratici:
1) Scegliete libri che amate (anche a prescindere dalle fasce di età consigliate, visto che quello che passa è il vostro amore per quella storia).
2) Lasciate che i bambini entrino in relazione coi libri, se capita di romperli non è grave
3) Leggete ai vostri bambini con il corpo, trovate una posizione in cui poter condividere questa esperienza e le sensazioni che attiva
Consigli di lettura:
Ed ora i tre libri preferiti, da me e da lui, letti e riletti più volte e insieme assaggiati, assaporati con il corpo: il primo è La mamma di Alessandro Sanna, un libro con “buco” incorporato che racconta di mamme alle prese con i loro cuccioli; il secondo è Sotto le stelle di Martine Perrin, una poesia di colori, forme e parole; e l’ultimo a cui sono profondamente legata nonostante la difficile reperibilità, è Peek-a-boo della giapponese Miyoko Matsutani, per giocare insieme al cucù.
Cinzia Chiesa, psicologa, psicoterapeuta, da anni si occupa dello studio del libro come oggetto relazionale. Lavora con i bambini e gli adolescenti. È socia del Centro di Psicologia e Analisi Transazionale di Milano e della cooperativa sociale Terrenuove, che si occupa di sostegno alle famiglie migranti e non, dove lavora. È autrice di 0-1, tutto inizia
(Per chi se lo fosse perso, qui l’articolo della scorsa settimana)
L’illustrazione nell’articolo è presa da qui