Lo scrittore si racconta: Alessandro Zaccuri


Durante l’intervista dei bambini della Casa del Sole allo scrittore e giornalista Alessandro Zaccuri si è parlato del tempo delle storie, di libri nuovi nel mondo e di libri che si possono fare da soli…

 

sdrQuanto ci hai messo a scrivere un libro?
Scrivere un libro vuol dire studiare quello che racconto nella mia storia.
Se dovessi scrivere di questo incontro, dovrei studiare i personaggi, e quindi conoscere la storia di ognuno di voi.

Qual è il tuo libro preferito che hai fatto?
Di solito dicono tutti il prossimo!
Diciamo che come libro preferito per ragazzi questo mi sta molto nel cuore (indicando il suo Peppi va alle Hawaii).

Quanti anni puoi averci messo per un libro lungo?
Il libro più lungo che ho scritto ci ho messo due anni.
Di solito dedico due o tre ore alla scrittura al giorno. Due anni sembrano tanti ma il tempo di scrivere è diverso per ognuno…

Quanti libri hai fatto?
Sono una decina.

Per bambini nei hai mai fatti?
Per bambini della vostra età?

No! Per bambini. Noi siamo grandi!
Eh… scrivere per ragazzi e per bambini è difficilissimo. Avete presente quando fate un castello di sabbia al mare? Il trucco è metterci tanta sabbia.
Pensate però a quando prendete la sabbia tra le mani, e la fate colare tra le mani, formando delle piccole torri. Ecco, quando fate una storia con poche parole, devono essere come quella sabbia: giuste e non troppe.
Per un bambino piccolo invece bisogna usare le parole che i bambini conoscono. Parole che si usano tanto. Sapete che se abbinate le parole che usate tutti i giorni si possono inventare storie bellissime.

Come “Castelli Pastelli”?
Certo! Per esempio mi viene in mente che questa storia potrebbe parlare di due ragazzi che si incontrano tutti i giorni in metropolitana. Lei dice che abita in via Pastelli e lui, per cercarla, va in via Castelli…

Quanti anni hai?
Cinquantatre!

Ehhhh. Io ne ho otto!
Pensate il vantaggio che ho rispetto a voi: io conosco tante storie. Voi quante storie conoscete?
Mille!!!
Io leggo più o meno centocinquanta libri all’anno, e guardo tanti film.

Qual è il regalo che uno scrittore vorrebbe ricevere al compleanno?
Un libro?
Ma sì! Un libro con dentro tante storie!
È vero, è bello un libro fatto di tante storie. Ad esempio Le mille e una notte, oppure Lu cunto de li cunti. I libri con tante storie sono belli.

Ma tu hai scritto fumetti?
No. A me piace disegnare, ma non ho ancora scritto un fumetto. Il fumetto è un po’ come il cinema. Devi fare una storia e poi trovare qualcuno che ci metta le immagini.

Potresti fare un libro nuovo nel mondo?
È quello che ogni scrittore cerca di fare. E quello che succede è che uno scrittore racconta una storia e sono convinti che sia originale, ma qualcuno in realtà l’ha già scritta. Le idee, le storie, sono un po’ nell’aria. Le storie inventate dal niente fanno fatica a stare in piedi.
Avete mai sentito parlare di un libro che si chiama Don Chisciotte?
Cervantes con questo libro aveva venduto un sacco di copie.
Un altro scrittore, aveva fatto il seguito delle avventure ma Cervantes disse: “Lui ha scritto il seguito, ma non è il vero seguito, il vero seguito se lo volete ve lo scrivo io!”
Una volta le storie erano un po’ di tutti. Dipendeva da chi la raccontava meglio. Shakespeare ad esempio.

Io una volta in biblioteca ho trovato un libro che continuava la storia dei sette nani dopo Biancaneve.
Io il cinque aprile, che è il mio compleanno, ho ricevuto due libri regalati da una signora.

Una volta ne ho trovato uno anche nel cestino della bicicletta.
Vedete, i grandi hanno una brutta abitudine: si dimenticano quanto è bello leggere.
Ma no! Mia madre legge sempre.
Mia mamma al mattino appena sveglia legge, anche di sera, e anche quando ha finito di cucinare.
A mia mamma gli piace talmente leggere che alla sera ci legge libri che magari fanno andare via la rabbia.
Le storie servono a divertirsi, e questo è bello, oppure certe volte, vedendo quello che accadde nei libri, che fanno i personaggi, mi serve per vedere quello che anche io faccio dal di fuori. Questo è il motivo per cui tutte le storie insegnano qualcosa. Raccontare storie è un modo di raccontare il futuro.

E se non trovo un libro che voglio, posso andare a casa e farne uno!
Una cosa molto bella è scoprire il libro che ogni persona si porta dentro. Anche chi non legge.
È il libro della loro storia, dei loro desideri, delle cose che vorrebbero imparare a fare o che sanno fare ma non vogliono.
Le persone raccontano sempre una storia, col modo di stare seduti, di muoversi, di grattarsi la testa.
Le persone si portano sempre un libro dentro, una storia che raccontano.

 

La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, primo in Italia a ispirarsi al modello 826 Valencia, scuola di scrittura no-profit creata dallo scrittore Dave Eggers e dall’educatrice Ninive Calegari. Dal 2009 a oggi più di 5000 bambini hanno partecipato gratuitamente ai nostri laboratori. Sostienici, qui.

 

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