Lo scrittore si racconta: Giovanna Zoboli


Durante l’intervista dei ragazzi della scuola elementare Vespri Siciliani alla scrittrice ed editrice Giovanna Zoboli si è parlato dell’arte dell’ascolto, della pazienza nell’attesa che la dama dell’ispirazione si presenti.

Il vostro editore ha pubblicato le storie che avete scritto?
Sìììì!
Siete stati fortunati, perché io ieri ci ho litigato, con un editore! Come in tutti i rapporti, può accadere di litigare. Non tutti vediamo le cose allo stesso modo, e bisogna stare attenti a come si dicono le cose. Si possono creare dei fraintendimenti.
A te è mai successo di bloccarti? E come mai?
Scrivere è da un lato molto bello e molto spontaneo, e dall’altro non è per niente bello e per niente spontaneo. Ci sono delle giornate in cui non viene niente. Bisogna stare in ascolto delle cose che sono fuori e dentro la testa.
Cosa consigli a uno che ha il blocco dello scrittore?
Non bisogna forzarsi. C’era un poeta bravissimo, Giovanni Giudici, che aveva scritto un libro dal titolo La dama non cercata. Spiegava che la dama arrivava quando voleva lei. Questo bisogna fare. Bisogna creare uno stato mentale per cui l’ispirazione arriva quando vuole, e la testa e il corpo sono pronti a coglierla. Quello che è importante è ciò che viene prima della scrittura. Quando non c’erano i libri e la scrittura, la gente raccontava oralmente. Erano racconti tramandati a voce. Le fiabe stesse, prima di essere scritte, erano raccontate. Le storie passavano da una generazione all’altra. Il racconto non è necessariamente scrittura. Il racconto è già dentro di noi.
A te come vengono le storie?
Mi vengono nella maniera più strana, più diversa. Possono essere delle immagini. Per esempio questo libro si chiama Due scimmie in cucina (Ed. Topipittori, con le illustrazioni di Guido Scarabottolo). Un giorno ho visto una illustrazione di Guido, di due scimmie su di un albero azzurro che giocavano. E lì ho avuto una ispirazione. Da piccola amavo gli animali, e avevo molta immaginazione. Una delle cose belle di quando si fanno i libri illustrati, è che si lavora con dei disegnatori bravissimi. Guido Scarabottolo è uno dei migliori illustratori del mondo. Questo libro è strano perché il testo dice una cosa, e le immagini ne raccontano un’altra: la trasformazione della casa dove abitano i due protagonisti. Le cose si possono raccontare in due modi: con i colori e le forme, e con le parole. Da piccola ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi portavano a visitare i musei e mi spiegavano i quadri. Quindi sono abituata a vedere e riconoscere le storie nelle immagini. Ora vi mostro un altro libro tratto dalle immagini: La più buona colazione del mondo (Topipittori editore), illustrato da Massimo Caccia. Massimo nei suoi quadri disegna sempre un animale e un oggetto. In questo caso si trattava di una tazza con dentro una lucertola. Quando ho visto questa immagine, ho pensato che sarebbe stato bellissimo fare un libro a partire da lì. Gliel’ho detto, e così è nato il libro. Mentre lo stavamo facendo, l’abbiamo mostrato ad alcune persone, e tutte ci dicevano: «Bello, ma manca qualcosa». Infatti avevano ragione: ci voleva un racconto, una storia che unisse le immagini. Quando l’ho scritta, non ho riguardato le illustrazioni, perché le avevo già tutte in mente nella giusta sequenza. Quando vedete un’immagine, dovete saper guardare. Guardare è una delle cose più importanti della vita. Ascoltare e guardare. Cogliere la cosa che vi colpisce di più, anche se è la più lontana da voi. Se state in ascolto, vi arriva. Ogni cosa  che noi abbiamo intorno ci riguarda, c’è sempre una piccola cosa che risuona dentro di noi. Ed è da lì che dobbiamo partire.
Lo scrittore è uno che deve decidere, non solo inventare. Come si fa a sapere tra le idee, possibilità e ipotesi, qual è quella giusta?
Una delle cose che bisogna sempre fare quando si scrive, è sdoppiarsi: una parte di noi è lo scrittore e l’altra, il lettore. In questo modo si può capire se la cosa che si sta scrivendo piace sia al lettore sia allo scrittore. Bisogna uscire dal proprio mondo, da sé e capire, avere in mente gli altri. Gli scrittori migliori sono quelli che sono capaci a diventare anche lettori di se stessi. La fantasia è la capacità di immaginare a partire dalla realtà, delle possibilità. La fantasia è ciò che ci fa immaginare tutte le ipotesi diverse. Poi fra queste dobbiamo scegliere.

 

La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, primo in Italia a ispirarsi al modello 826 Valencia, scuola di scrittura no-profit creata dallo scrittore Dave Eggers e dall’educatrice Ninive Calegari. Dal 2009 a oggi più di 5000 bambini hanno partecipato gratuitamente ai nostri laboratori.

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