"Ultravioletto", arte partecipata al rione Sanità di Napoli


 È partito da qualche giorno il crowdfunding per sostenere il progetto “Ultravioletto” dell’associazione Il Fazzoletto di Perle che prevede una serie di interventi di arte partecipata in spazi trascurati o abbandonati del quartiere Sanità di Napoli. Per far venire fuori quella luce che nel quartiere esiste ma che solo un occhio diverso, che sia in grado di percepire l’ultravioletto, può cogliere.
Il racconto di Giuseppina Ottieri, responsabile del progetto.

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La Cumana è un trenino piuttosto malconcio. Però, se non interviene alcun infortunio, il tragitto dal centro di Napoli fino ai Campi Flegrei, Baia e Bacoli, può essere molto piacevole, particolarmente nei tratti in cui i vagoni costeggiano il mare.
Una mattina della scorsa estate, ero seduta nella Cumana.
Di fronte a me c’erano due innamorati che parlavano fitto fitto. Lui aveva molti tatuaggi, quasi tutti di animali. Sembravano felici.
Io mi sono persa a guardare una libellula che cercava il modo di uscire dal finestrino aperto.
Le ali trasparenti e lucenti brillavano di riflessi verdi alla luce del sole. Si muoveva con grazia.
Era bellissima.
Con i suoi grandi occhi composti di circa 25000 ommatidi, unità ottiche elementari, in grado di percepire l’ultravioletto, che noi non vediamo.
Nessun ommatide le ha fatto però percepire che un calcio isterico del ragazzo tatuato la stava per schiacciare per sempre al vetro. Nemmeno io l’ho avvertito se non quando era ormai divenuto fatale.
Gli animali, di questi tempi, quando non hanno la sventura di incorrere nell’uomo, vivono ai margini, in zone di confine. Anche tra gli uomini, chi è diverso vive ai margini.
In quel Terzo Paesaggio a cui, secondo Gilles Clément, bisognerebbe pensare come a un territorio di ricerca sulle ricchezze che nascono dall’incontro di ambienti differenti.
E invece noi, questo territorio, lo distruggiamo ciecamente. E perdiamo pezzi di noi stessi.
Dimentichiamo che le relazioni intervengono in maniera forte nella costruzione di ciò che siamo, che la nostra identità non è autarchica e non ce la costruiamo guardandoci riflessi in uno specchio, ma la realizziamo e percepiamo proprio nel dialogo con il diverso da noi,  varcando la soglia che ci separa, bloccata spesso dai pregiudizi, dai filtri culturali e sociali e dalle cornici mentali con cui guardiamo il mondo.

ultra2Ultravioletto” è un progetto che vuole lavorare in maniera trasversale sul tema della diversità come valore e opportunità. Francisco Bosoletti, Tono Cruz, il maestro Mono Gonzalez, sono i tre muralisti con cui l’associazione Il Fazzoletto di Perle ha ideato e costruito il progetto e con cui da novembre realizzerà a Napoli interventi di arte partecipata in spazi trascurati o abbandonati del quartiere Sanità.
Faremo laboratori di zooantropologia per educare i bambini al rispetto della natura e costruiremo giardini per le farfalle in aree verdi sottratte al controllo dell’uomo e uniche custodi urbane di biodiversità. Un workshop di serigrafia artigianale dei maestri Mono Gonzalez e Tono Cruz concluderà un percorso con alcuni ragazzi detenuti presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida e una mostra itinerante girerà l’Italia con le opere degli artisti coinvolti.

Il rione Sanità di Napoli è il cuore del progetto.
“Ultravioletto”, come “Luce, che si è concluso la scorsa primavera con la realizzazione di due murales,  è fondato prima di tutto su delle relazioni personali, con gli artisti e tutti i partecipanti.
Gli abitanti del rione lo hanno sentito subito e questa energia è come trasmigrata in altri legami potenti ed autentici che si sono creati  con chi da anni porta alla luce il bello della Sanità.
Il quartiere si è identificato e sentito rappresentato dai murales di “Luce” proprio perché ha partecipato alla loro costruzione e il processo con cui ci siamo arrivati per molti versi è stato più interessante del risultato stesso.
“È nelle tenebre che inaspettatamente si rivela la luce”, ci hanno detto i ragazzi che guidano le visite alle catacombe.
La luce sta venendo fuori anche dall’ipogeo della basilica di Santa Maria della Sanità, in un restauro che sta riservando molte sorprese.
Nella piazza, Tono Cruz ha trasformato questa luce nei visi e nei disegni dei bambini del quartiere sulla facciata del palazzo che guarda la chiesa.
Ma c’è una parte di luce che non è visibile all’occhio umano, e che solo chi è diverso come le farfalle o le libellule  ci può raccontare.

La distorsione prospettica con cui quasi sempre si osserva la Sanità non le rende affatto giustizia e mette fuori fuoco tutte le persone del quartiere che ogni giorno e con passione resistono e si impegnano per valorizzare le risorse culturali, artistiche, storiche e umane di questo posto legato in passato a una spiritualità profonda e salvifica.
C’è un bellissimo racconto di Borges, uno scrittore che amo molto, in cui sono descritti i giorni e le notti che Asterione, il Minotauro, trascorre vagando nel labirinto deserto di Creta, a fingere giochi immaginari e ad attendere i giovani che ogni nove anni gli vengono inviati perché lui li liberi da ogni male. E a sognare un redentore che finalmente liberi  lui.
Quanti punti di vista diversi sono possibili se entriamo nel labirinto? Siamo disposti almeno a tentare di capire la malinconia disperata del solitario Asterione?
Il finale del racconto di Borges è folgorante e la sua luce mi abbaglia ogni volta, facendomi perdere i contorni delle cose.
“Il sole della mattina brillò sulla spada di bronzo. Non restava più traccia di sangue.
Lo crederesti, Arianna? – disse Teseo. Il Minotauro non s’è quasi difeso.”

 

Per maggiori informazioni sul progetto, qui.
Per la pagina Fb dell’associazione, qui.

 

La Grande Fabbrica delle Parole è un laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, primo in Italia a ispirarsi al modello 826 Valencia, scuola di scrittura no-profit creata dallo scrittore Dave Eggers e dall’educatrice Ninive Calegari. Dal 2009 a oggi più di 6000 bambini hanno partecipato gratuitamente ai nostri laboratori. Sostienici, qui.

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